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12 maggio 2020

LA QUESTIONE DEL BATTESIMO NELLO SPIRITO SANTO

 

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Il battesimo nello Spirito è un fatto, o un’esperienza legata a qualche sensazione emotiva o esperienza di estasi?



Una delle principali dottrine carismatiche è la necessità di ricevere una «seconda opera della grazia» che di solito viene chiamata «battesimo nello Spirito Santo». Tutti gli scrittori e gli insegnanti aderenti a questo movimento religioso concordano sul fatto che tutti hanno bisogno di questo battesimo, ma le loro opinioni su come riceverlo sono contrastanti, tanto che Dale Bruner (F.D.Bruner (1932) è un biblista e teologo statunitense) ha detto: «Sembra che i modi di ricevere il battesimo nello Spirito Santo siano tanti quanti sono coloro che difendono questa dottrina».

I requisiti più frequentemente suggeriti sono atti di obbedienza, digiuno, preghiera, pentimento, umiltà, purezza, confessione del peccato, sottomissione, svuotamento di se stessi, «lasciare ogni cosa», totale consacrazione, perseveranza, abbandono totale, attesa, fede e spesso si parla molto di quanto costi questo dono.

C’è una specie di sforzo da compiere, come rivela anche Robert Dalton, carismatico quando scrive: «Quest’esperienza non è per pochi eletti, ma per tutti quelli che la desiderano e sono disposti a pagarne il prezzo»; anche se poi contemporaneamente, essi vogliono insegnare che il battesimo è un dono gratuito che viene dalla grazia e non si può ottenere con alcuno sforzo e ad alcun prezzo.
 
Cosi lo scrittore pentecostale Ralph M. Riggs commenta: «Coloro che... cercano il battesimo nello Spirito devono sempre tener presente che quest’esperienza viene chiamata anche “Dono dello Spirito Santo” e i doni non si guadagnano, non si meritano, né possono essere estorti... Lo Spirito Santo è un dono della grazia... mandato da Dio, e Lo si riceve per fede e per fede soltanto» .

Riguardo a questa, Bruner scrive: «Da un lato si parla di semplice fede, dall’altro si parla di un prezzo da pagare»; spesso si dice al credente di non chiedere a Dio questo dono, ma di dirGli che lo si desidera. Insomma, c’è una tale confusione sul modo di ottenere il dono, che uno stesso scrittore si contraddice».

Yahushua ha un solo corpo — la Ha'Qahal

In 1 Corinzi 12:4-11 Paolo descrive la diversità del doni dello Spirito: parola di sapienza, parola di conoscenza, fede, guarigioni, miracoli, profezia, discernimento, lingue, interpretazione delle lingue. e noi, nei prossimi capitoli, parleremo di quelli più spettacolari — guarigioni, miracoli, lingue ed interpretazione delle lingue. 

Ora, però, è necessario che ci soffermiamo un pò sul battesimo dello Spirito, a proposito del quale si possono fare tre domande fondamentali:

Che cos’è il battesimo dello Spirito? Come si ottiene? E, soprattutto, quando si riceve?

Per  aiutare  la  chiesa  ad  uscire dalla carnalità e dalla confusione che regnava intorno  a  questo  argomento,  Paolo  scrisse  ben  tre  capitoli  sui  doni  spirituali  (1 Corinzi  12-14),  ma  il  punto  chiave  di  tutto  il  suo  discorso  si  trova  in  1  Corinzi 12:12-13, dove il versetto 12 illustra l’unità della chiesa in Yahushua e 11-13 contiene un’affermazione che chiarisce bene che cosa sia il battesimo dello Spirito.

In  1  Corinzi  12:12  leggiamo:  «Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Yahushua». L’apostolo, usando l’‘analogia del corpo umano per dare  un’illustrazione  visiva  dell’unità  dei  credenti  in  Yhaushua,  dice  che  il  corpo, benché sia uno solo, è composto di molte parti che, pur funzionando in modo diverso, fanno parte di un unico insieme.

L’analogia del «corpo» è una delle più usate da Paolo (vedi ad esempio Romani 12:4-5; 1 Corinzi 10:17 ed Efesini 1:23; 2:16; 4:4,12,16), ma qui, in 1 Corinzi 12 l’adopera in un modo davvero chiaro e completo, basti pensare che in soli sedici versetti (da 12:12 a 12:27) usa la parola soma (corpo) ben diciotto volte.

L’apostolo sapeva che il corpo umano, meravigliosa creazione di Eloah, mostra come diversità ed unità siano perfettamente compatibili; tant’è che persino le nostre parti doppie funzionano spesso in modo differente! Abbiamo due piedi, ma di solito usiamo meglio l’uno dell’altro e lo stesso vale per le braccia e per le mani; parecchie persone vedono meglio con un occhio piuttosto che con l’altro, e molti hanno le orecchie di dimensioni diverse. Pur con tutte queste diversità, il corpo possiede unità e funzionalità straordinarie: pensiamo alla coordinazione dell’atleta, all’abilità dell’acrobata o addirittura ai primi passetti esitanti di un bambino che impara a camminare.

Il corpo possiede quindi un’unità organica ed è governata da un unico principio vitale che fa si che la diversità si fonda in un unico insieme. Paolo sapeva che questa valeva anche per la Qahal, che è un insieme organico, una pluralità di membra governate da un solo principio vitale. Ma in questa pluralità di membra, c’è un solo tipo di netzarym. Non esistono due o più qualità di credenti, a seconda di chi possieda più a meno Spirito Santo, siamo tutti membra del corpo di Yahushua e tutti facciamo parte dell’insieme organico in cui pulsa la vita del Adonì stesso.

Il versetto 12 termina con una frase breve, ma importantissimo: «Così è anche di Ha'Mashyah». Ora, dal momento che Paolo ha usato il corpo umano come analogia della Qahal, uno si sarebbe aspettato che avesse concluso dicendo: «Cosi è della Qahal», invece è proprio questo il fatto che l’apostolo vuole chiarire e, cioè, che la Qahal è il corpo di Yahushua, per cui, dire che siamo di lui, equivale a dire che siamo la Qahal. Per questo egli afferma che tutti i netzarym sono uno con il Messyah vivente,  perché  siamo  un  unico  organismo  vivente  in  cui pulsa la vita eterna di Eloah, per mezzo dello Spirito del Messyah che vive in noi.

In altre parole, insomma, Paolo dice che Yahushua, incarnatosi una volta in un solo corpo umano, ora si è incarnato in tutti i nostri corpi per mezzo dello Spirito Santo per la qual cosa noi siamo di Yahushua e lui vive in noi: in me, in te ed in ogni netzarym sincero. Ecco il significato della salvezza!

È come se l’apostolo stesse dicendo ai Corinzi: «Sentite, io so che ci deve essere una varietà di doni, ma questo non significa che nel corpo ci debbano essere delle  fratture,  perché  tutti  voi  siete  meravigliosamente  uno  in Yahushua» (cfr.  Gal. 2:20; Filipp. 1:21; Efes. 1:13-14).


Battezzati da un unico Spirito in un unico corpo

In  1  Corinzi  12:13,  Paolo  spiega  perché  coloro  che  credono  nel  Adony  Yahushua possano chiamarsi letteralmente «il corpo di Ha'Mashyah», dicendo: «Infatti noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito».  Questo  versetto  contiene  una  grande  verità  sotto  forma  di  due  pensieri  distinti,  purtroppo,  largamente  fraintesi:  il  primo  esprime  la  formazione  del corpo mediante il battesimo nello Spirito; il secondo si riferisce alla vita del corpo dicendo che siamo stati tutti abbeverati di un unico Spirito.

Sono proprio le parole «di un unico Spirito» che hanno dato origine a tutta la confusione dei carismatici, in quanto questa piccola proposizione greca en si può tradurre «ad», «da» o «con» e alcuni studiosi la tradurrebbero anche «in». In 1 Corinzi 12:13, comunque, la scelta non è cosi vasta perché, in greco, le preposizioni prendono significati diversi a seconda delle desinenze richieste dal caso in cui si trovano le parole che seguono, per cui la traduzione più accurata di questo versetto e la più coerente con il contesto del Nuovo Testamento è «di» o «con»: perciò  noi  siamo  battezzati  di  Spirito  Santo  (cioè,  mediante  lo  Spirito  Santo  - NdR) o con lo Spirito Santo, tenendo presente che qui la preposizione «en» non si potrebbe mai tradurre «da parte di».

I carismatici parlano spesso di battesimo dello Spirito Santo, ma questa espressione non appare mai nella Scrittura, proprio perché nella Bibbia non è mai scritto che lo Spirito Santo abbia battezzato qualcuno. In Matteo 3:11, per esempio, Giovanni Battista disse ai Farisei ed ai Sadducei che da lui potevano essere battezzati con acqua in vista del ravvedimento, ma sarebbe venuto qualcuno che avrebbe... «Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile» (Mail. 3:11- 12).

L’interpretazione tipica di questo brano, da parte dei carismatici, è che il «fuoco» si riferisce alle lingue di fuoco che si divisero su ognuno di coloro che erano presenti alla Pentecoste, mentre, dal versetto 12, è più che mai evidente che Giovanni  si  riferiva  al  fuoco  del  giudizio,  alle  fiamme  inestinguibili della Geenna simbolo di morte eterna.  Le lingue di fuoco della Pentecoste non sono paragonabili a queste fiamme che bruciano senza posa: qui si parla del fuoco del giudizio e chi battezza non è lo Spirito Santo, ma Yahushua stesso (vedi Giovanni 5:22 - “Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio”), perciò il Battista, in realtà, qui sta dicendo che nel mondo ci sono soltanto due tipi di persone:

quelli che saranno battezzati con lo Spirito Santo e quelli che non lo saranno e saranno battezzati col fuoco del giudizio eterno.

Questa affermazione di Giovanni Battista viene riportata anche da altri due brani, ma sempre con parole analoghe:

Marco 1:7-8 Luca 3:16. In tutti e tre i casi, comunque, è sempre Yahushua che bat- tezzerà, proprio come è scritto in Giovanni 1:33, in cui il Battista dice di Yahushua:

«Questi è colui che battezza con lo Spirito Santo».

Pietro, nel suo discorso di Pentecoste, disse di Ha'Mashyah che «essendo stato esaltato dalla destra di Eloah, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite» (Atti 2:33): anche qui vediamo che è Yahushua Colui che battezza con lo Spirito Santo e lo «sparge» negli eventi miracolosi della Pentecoste.

Nella Scrittura troviamo che chi battezza è sempre Yahushua, mai la Spirito Santo da solo, eppure i credenti carismatici dicono spesso:

«Abbiamo ricevuto il battesimo dello Spirito Santo», intendendo con questo dire che lo Spirito Santo ha fatto qualche cosa. Può darsi che ammettono di essere stati battezzati dal Messyah al momento della conversione, però insisteranno nel dire che il «battesimo dello Spirito» è avvenuto in seguito, dopo che l’hanno ricercato con tutto il cuore. Abbiamo invece visto che lo Spirito da solo non battezza nessuno, è l’elemento del battesimo; chi battezza è Yahushua, proprio come Giovanni Battista battezzava con l’acqua, egli ci battezza nel Suo corpo con lo Spirito Santo di Eloah.

Quando qualche carismatico ci chiede: «Hai ricevuto il battesimo dello Spirito Santo?», possiamo rispondere subito: «Il battesimo dello Spirito Santo non esiste; se invece intendi il battesimo con lo Spirito Santo allora la risposta è si, l’ho ricevuto, come ogni altro netzarym battezzato che segue fedelmente Yahushua come suo discepolo».

In 1 Corinzi 12:12-13 Paolo afferma con forza che tutti i credenti sono battezzati  con  un  unico  Spirito  in  un  unico  corpo  e  sono  perciò  governati  da  un  unico principio vitale, perché in loro dimora un unico Ha'Mashyah. Ignorando il fatto che Yahushua battezza servendosi dello Spirito Santo, distruggiamo la dottrina dell’unità del corpo. In che modo? Tagliando «fuori» certe persone che consideriamo appartenenti ad una specie di limbo e non facenti parte del corpo di Yahushua: ma è davvero possibile essere discepoli e non fare parte di Ha'Mashyah?

Ci  sembra  opportuno  citare  alcune  dichiarazioni  di  Larry  Christenson,  noto carismatico  luterano,  che  apparentemente  non  ha  ben  afferrato  il  chiaro  inse- gnamento di 1 Corinzi 12:13: «Oltre alla conversione, alla certezza della salvezza, all’avere  lo  Spirito  Santo,  esiste  un  battesimo  con  lo  spirito  Santo,  che  per  la mente umana non ha senso, proprio come non ebbe senso per Yahushua l’essere battezzato da Giovanni». Christenson, dunque, preferisce optare per ciò che «non ha senso», piuttosto che accettare semplicemente la verità molto sensata di 1 Corinzi 12:13! Ma il battesimo che Yahushua ricevette da Giovanni, fu indubbiamente molto sensato perché in quel modo il Signore si identificò con il ravvedimento degli Israeliti che cercavano il vero Messia. Christenson, comunque, continua dicendo: «il battesimo con lo Spirito Santo a volte può avvenire spontaneamente, altre volte in seguito alla preghiera e all’imposizione delle mani; a volte si riceve dopo il battesimo in acqua, altre volte prima; certe volte è contemporaneo alla conversione, altre volte la segue dopo un intervallo di tempo... Nella Scrittura, però, troviamo un ‘importantissima costante: non si dà mai per scontato che qualcuno sia stato battezzato con lo Spirito Santo casualmente: quando una persona ha fatto questa esperienza, lo sa e basta». Con queste affermazioni Christenson non fa altro che basare la verità sull’esperienza, ma vedremo fra un istante come il battesimo con lo Spirito Santo sia un fatto e non un’esperienza legata a qualche sensazione emotiva.


Che cosa significa essere battezzati con lo Spirito Santo?

Innanzitutto si deve puntualizzare che 1 Corinzi 12:13 è un versetto in cui non troviamo neanche una goccia d’acqua intendendo con ciò dire che in questo brano, e lo stesso vale per Romani 6:3-5, Paolo sta parlando della presenza dimorante  e  pervasiva dello Spirito Santo di Eloah. In questi passi non si parla del  battesimo in acqua, per quanto esso sia importante in altri contesti, ma di un’immersione spirituale indicata dal termine greco 'baptizo' (cfr. Galati 3:27). Il battesimo, dunque, è una realtà spirituale che mette il credente in un rapporto vitale con Yahushua e perciò essere battezzati con lo Spirito Santo significa che Ha'Mashyah ci inserisce, per mezzo appunto dello Spirito Santo, nell’unità del Suo corpo e ci provvede di un principio vitale comune che ci unisce con chiunque altro creda in Lui: il battesimo con lo Spirito Santo fa si che tutti i veri netzarym siano UNO con lui e col Padre.

Quando un carismatico insiste nel dire che c’è una seconda esperienza chiamata battesimo dello Spirito Santo, in pratica ridefinisce la dottrina della salvezza, dicendo che essa non è compieta come pensavano, perché «c’è qualcosa di più».

Spesso Giovanni 7:37-38 viene usato proprio per provare la necessità di questo «qualcosa in più», con l’idea che, anche se puoi essere salvato ed avere la Spirito Santo in una certa misura, di certo non hai fiumi di acqua viva che ti sgorgano dal seno. I carismatici, insomma, di solito ammettono che il credente ha la Spirito Santo, però dicono che la vera potenza si ottiene solo con il battesimo.

Sentiamo che cosa dice Giovanni 7:37: «Or nell’ultimo giorno, il gran giorno della festa, Yahushua, stando in piedi, esclamò: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva». Ma perché si espresse cosi? Per capirlo si deve assolutamente considerare il momento preciso in cui pronunciò queste parole, e cioè l’ultimo giorno della Festa del Tabernacoli. In questa ricorrenza, il sacerdote ebraico prendeva una brocca d’acqua, ne spargeva a terra il contenuto per celebrare il giorno in cui Eloah, a Meriba, aveva provveduto l’acqua al popolo di Israele (Esodo 17:7) e, poi, alla fine della cerimonia, tutta l’assemblea citava a memoria le parole di Isaia 12:3 «Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza».

Nel bel mezzo della festa, dunque, Yahushua si alza ed in pratica dice: «Ecco, se siete davvero assetati, avete bisogno dell’acqua che solo io vi posso dare, perché la vostra sete è spirituale, ed io posso darvi la salvezza» e con l’invito ad essere salvati promette ciò che sarebbe avvenuto se avessero bevuto di quell’acqua: «Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Giovanni 7:38).

Yahushua dunque stava promettendo la salvezza per mezzo della fede in Lui: ma adesso guardiamo il versetto successivo, in cui Giovanni dà un’ulteriore spiegazione: «Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Yahushua non era ancora glorificato.» (v. 39).

Alcuni carismatici diranno subito, «Ecco, vedi, questo versetto dice che per ricevere quei fiumi d’acqua viva dobbiamo essere battezzati dallo Spirito Santo»; ma non è affatto vero! Chi è che riceve lo Spirito Santo? La persona che crede veramente in Yahushua e lo imita! E quanto ne riceve? Tutto quello che serve! Secondo Giovanni 7:38 dal credente sgorgheranno fiumi d’acqua viva e la grandezza del fiume dipenderà dalla nostra obbedienza e sottomissione a Yahushua e allo Spirito Santo che dimora in noi, ma certamente non c’è alcun bisogno di un ulteriore battesimo dello Spirito per ricevere quel fiume d’acqua viva: ci viene dato dal momento preciso in cui crediamo e siamo battezzati nel SUO NOME e nell’obbedienza a Yahushua col corpo, con la mente e con lo spirito.

Tutta la Bibbia ci mostra che l‘unica condizione necessaria per avere «fiumi d’acqua viva» (cioè per essere battezzati con lo Spirito Santo che viene ad abitare in noi) è credere sinceramente in Yahushua con tutto quello che ne consegue.

Abbiamo  già  visto,  che  i  carismatici  ritengono  che  Atti  11  sia una  delle  numerose  «prove»  della  necessità  di  avere  un  battesimo  dello  Spirito Santo; eppure l’apostolo Pietro, raccontando la conversione dei Gentili a Cesarea, dice: «E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com‘era sceso su noi da principio» (Atti 11:15). Fu sicuramente una vera sorpresa per lui vedere che quelli di Cesarea, che per giunta non erano Ebrei, al momento della conversione avevano ricevuto lo stesso Spirito Santo che aveva avuto lui, ma, poiché capisce subito quello che sta succedendo, continua il suo racconto dicendo: «Mi ricordai allora della parola del Adonì, che diceva “Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo”. Se dunque Eloah ha dato a loro la stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Adonì Yahushua Ha'Mashyah, chi ero io da potermi opporre a Eloah?” (Atti 11:16~17).

Dalle parole di Pietro risulta chiarissimo: quelli che credono in Yahushua ricevono la Spirito Santo. E infatti la Scrittura non ordina mai ai netzarym di essere battezzati «da», o «di» Spirito Santo, né tanto meno esorta i credenti a ricevere lo Spirito Santo. Ogni credente che si è pentito, ravveduto e battezzato nel nome di Yahushua receverà lo Spirito Santo ed è su questa certezza che si regge la nostra unità in Yahushua di cui parla 1 Corinzi 12:13.

Paolo ha detto: «Infatti noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico Spirito», e ha usato il tempo passato proprio perché il battesimo era già avvenuto; non dobbiamo farne un'esperienza mistica, perché è già un fatto compiuto: siamo uniti con Yahushua e la vita del Messyah è già venuta a vivere in noi. E che dire del battesimo dello Spirito che troviamo nel libro degli Atti? È possibile che un credente carismatico cerchi di replicare a questo problema di 1 Corinzi 12:12-13 e, rifacendosi agli eventi descritti in Atti, dica che, nel primo capitolo di questo libro, i discepoli di Yahushua «dovettero aspettare il battesimo dello Spirito». Questo è vero, dovettero aspettare, ma perché lo Spirito Santo non era ancora  sceso  sulla  Qahal nel suo insieme,  in  quanto  non  era ancora iniziata l’età  dello  Spirito;  lo Spirito Santo doveva venire per la prima volta per iniziare qualcosa di nuovo e lo fece il giorno della Pentecoste. Il  fatto che Egli sia venuto in quel giorno, su coloro che aspettavano, non significa che debba continuare a venire. Non c’è alcun bisogno che la Pentecoste si ripeta continuamente, cosi come non è assolutamente necessario che Yahushua nasca a Betlemme ogni anno. Il nostro Adonì è nato una volta, è vissuto una volta, è stato battezzato una volta, è morto una volta, è risorto una volta e questo è stato più che sufficiente: lo Spirito Santo è venuto nella Qahal come descritto nel libro degli Atti e perciò chiunque ora crede e diviene parte della Qahal, il corpo di Yahushua, riceve con il battesimo lo Spirito Santo.

Della situazione dei Samaritani che appare in Atti cap. 8, possiamo rilevare che «l’intervallo» fra il momento della loro conversione e quello in cui ricevettero la Spirito Santo fu necessaria solamente perché gli apostoli potessero essere presenti.

Atti 19, invece, ci mostra una situazione del tutto diversa, perché quelli a cui Paolo parlava avevano avuto soltanto «il battesimo di Giovanni», quindi non erano ancona divenuti discepoli di Yahushua! Fu quando l’apostolo testimoniò di Ha'Mashyah ed essi si convertirono che ricevettero la Spirito Santo: tutto nello stesso momento.

Comunque una volta terminati questi eventi transitori, la dottrina dello Spirito Santo divenne molto chiara, perciò, nelle lettere di Paolo ed in tutte le scritture del Nuovo Testamento, leggiamo costantemente che “noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico Spirito per formare un unico corpo”.


Che differenza c’è fra Il battesimo e la pienezza?

Più parlo dei carismatici, più studio i loro scritti e più mi convinco di come confondano il battesimo con lo Spirito Santo, che inserisce il credente nel corpo della Qahal di Yahushua, con la pienezza dello Spirito Santo, che produce la nuova vita efficace per essere scritti nel libro della vita. (vedi Ef. 5:18-6:11). Il credo pentecostale è in errore quando dice: «Crediamo che il battesimo dello  Spirito  Santo,  secondo  Atti,  viene  accordato ai cristiani che lo chiedano» (9). Ma in Atti 2 non si dice affatto che quei cristiani abbiano chiesto la Spirito Santo, bensì che Egli venne su di loro; perciò prima essi furono battezzati con lo Spirito Santo  e  poi  riempiti  (vedi  vv.  1-4).  il  versetto  3  dice  che  apparvero  delle  lingue come di fuoco che si divisero e si posarono una su ciascuno dei discepoli, ma che cosa  dice  il  versetto  4?  Incomincia  con  la  parola  «e»,  mediante  un  qualcosa  di addizionale, e dice: «E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi ». 

In  Atti  2:1-4,  perciò,  troviamo  due  verità  distinte:  la  prima  ci  dice  che,  alla Pentecoste, i credenti furono battezzati nel corpo di Yahushua con lo Spirito Santo; la seconda, che poi lo Spirito Santo li riempì dando loro la capacità di parlare in altre lingue, perché dessero una potente testimonianza. Ma il credente di oggi come fa a conoscere la pienezza dello Spirito Santo? La Pentecoste è stata un’esperienza unica, irripetibile; oggi egli non ha più bisogno di una «Pentecoste» personale se è già stato battezzato con lo Spirito Santo dal Adonì Yahushua: tutto ciò di cui ha bisogno, piuttosto, è di sottomettersi e ubbidire allo Spirito Santo che è già in lui ed avere così la Sua potenza.

Nella Bibbia non ci viene mai insegnato che si debba cercare o aspettare il battesimo dello Spirito Santo, né tanto meno che si debba frequentare qualche gruppo di persone da cui imparare a parlare in lingue; c’è un solo modo per conoscere la potenza dello Spirito Santo nella tua vita — ubbidisci a Yahuveh con umiltà: se cammini nell’obbedienza alla Parola di Eloah, lo Spirito stesso potenzierà la tua vita spirituale (vedi Ga. 5:25).

Anche la seconda parte di 1 Corinzi 12:13 è particolarmente importante: tutti i credenti sono «stati abbeverati di un unico Spirito». Questo è un pensiero bellissimo  perché  ci  dice  che  non  solo  siamo  stati  immessi  in  Qualcuno  (Yahushua),  ma che qualcosa è stato immesso in noi (lo Spirito Santo) e se siamo veri netzarym e abbiamo lo Spirito Santo, i nostri corpi sono il Suo tempio (1 Co. 6:19): Eloah abita nei nostri corpi (2 Co. 6:16).

Perciò non siamo semplicemente immersi nella vita di Yahushua, ma la sua stessa vita è in noi e, con essa, tutte le risorse di cui abbiamo bisogno, perché la promessa dello Spirito Santo è stata pienamente e completamente adempiuta. Su questo punto la Bibbia è chiarissima e dice che non c’è proprio niente da aspettare, ma piuttosto che dobbiamo sottometterci e ubbidire completamente a Colui che è già in noi. Abbiamo visto all’inizio, che ci sono tanti modi di «ricevere il battesimo dello Spirito» quanti sono gli scrittori carismatici che ne parlano: ma perché tutta questa confusione e contraddizione? Perché questi non si limitano a citare semplicemente la Bibbia e a lasciarsi guidare da essa? La ragione è semplice: la Bibbia NON ci dice come ricevere il battesimo dello Spirito, perché ci dice che siamo già stati battezzati dallo Spirito nel momento in cui abbiamo creduto, ci siamo pentiti, abbiamo ubbidito ai comandamenti di Eloah e siamo stati battezzati nel nome del Padre, nel nome del figlio e con lo Spirito Santo.

Una delle realtà più grandiose che i netzarym possiedono è contenuta in due affermazioni brevi, ma estremamente appaganti, una di Paolo e una di Pietro: “E in Lui voi avete tutto pienamente». «La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù» (2 Pi. 1:3). Come? Nella conoscenza di Eloah e di Yahushua nostro Adonì.

          Non c’è ragione pertanto di cercare di ottenere ciò che è già stato offerto gratis.




Ha'leluyah






19 novembre 2011

L'INGANNO DELLE RELIGIONI EVANGELICHE CARISMATICHE PENTECOSTALI DELLA CRISTIANITA'

 

Mesmer mesmerismo energia vitale chi prana



"Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli del Messyah. Non c'è da meravigliarsene, perché anche l'oppositore bugiardo si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; e la loro fine sarà secondo le loro opere." - (2 Corinti 11:13-15)








12 luglio 2011

IL FALSO DONO DELLE LINGUE NEI MOVIMENTI EVANGELICO CARISMATICI E PENTECOSTALI

PARLARE IN LINGUE MENZOGNA

 

Per chi ancora non lo sapesse la Parola di Ha'Eloah Adonay ci fà comprendere pienamente cosa sia il dono delle lingue, perchè sia stato dato nel passato ai Discepoli, come si rivelava e soprattutto a cosa serviva.. chi non legge bene quello che è chiaramente scritto nella Bibbia e ne insegna l'errore anche ad altri, riceverà il saldo del suo operato direttamente dal Maestro e giudice Yahushua.

Se tu sei un appartenente a questo tipo di chiesa, non aver timore di sapere la Verità che appartiene a colui che ce l'ha donata e non permettere che stolti uomini e donne ti inducano all'errore. Il Messyah ha dichiarato: "Conoscerete la Verità ed essa vi renderà LIBERI..", e così avviene per chi ha la buona volontà di accertarsi di ogni cosa per attenersi a ciò che è eccellente per il Creatore nostro Ha'Eloah Adonay Yahuveh.
Seguite attentamente il video e meditate su ciò che è limpidamente scritto nella Paola di Verità, senza menzogne e senza interpretazioni religiose farisaiche:




Ravvedetevi e divenite seriamente "credenti" non come oggi che siete ancora INCREDULI come i pagani.. sì.. non ve ne accorgete, poichè non basta che diciate "Signore, Signore" per entrare nel Regno dei Cieli. Solo chi FA' LA VOLONTA' del Padre Eterno YAHUVEH, sinceramente, dice il Messyah "ENTRERA'" attraverso la porta stretta, perchè molti ci proveranno ma NON ci riusciranno..!!


La Verità vi renderà liberi.




21 dicembre 2009

RELIGIONI BUGIARDE

 


LA CONFESSIONE DI UNO DEI TANTI INGANNATI DALLE RELIGIONI CARISMATICHE DELLA CRISTIANITA'



Mi chiamo Gaetano. La mia esperienza con le chiese pentecostali ha avuto inizio già dalla mia infanzia.

Al principio ho frequentato chiese pentecostali dottrinalmente moderate (ADI), dopodichè col passare del tempo, per vari motivi, ho smesso di frequentare la chiesa. Trascorsi alcuni anni, io e mia moglie, abbiamo cominciato a frequentare insieme una chiesa pentecostale, dottrinalmente più carismatica, dove siamo stati membri per 7 anni circa. È abbastanza complicato riassumere tutto ciò che ho vissuto, e di come dentro di me ho cominciato a nutrire dei dubbi nei confronti della dottrina pentecostale. Il cammino è stato lungo, ed alla fine, anche molto doloroso. La prima cosa che ha cominciato a crearmi dei dubbi è stata un'esperienza di finta guarigione vissuta da me in prima persona, quando ero ancora bambino. Mi avevano diagnosticato una scogliosi, la mia gamba sinistra era di 0,5 cm più corta di quella destra. Per questo motivo mi fu prescritto dal medico di fare ginnastica correttiva a scuola.

Una sera, andai insieme a mia madre ad una riunione pentecostale, dove c'era di passaggio un predicatore col "dono di guarigione". Mi ricordo benissimo che questo uomo, al momento della preghiera di guarigione, mi fece sedere su una sedia, mi impose le mani pregando nel nome di Gesù, e dopo avermi fatto stendere tutte e due le gambe, prese delicatamente la mia gamba sinistra fra le mani. Io sentii un forte calore scendere sulla mia gamba, una sensazione simile alla corrente elettrica, ma non era fastidiosa. Questo uomo accompagnò delicatamente la mia gamba con la sua mano in avanti. Si vide benissimo ciò che successe. La mia gamba si stava allungando miracolosamente. La fece avanzare di diversi centimetri, dopodichè la dispose parallelamente all'altra, proclamando infine la mia guarigione. La chiesa sussultò di gioia, e naturalmente anche io mi rallegrai, perché ero convinto che il Signore si fosse preoccupato in maniera speciale di me. Un evidente segno miracoloso fu visto da tutti. Tornammo a casa tutti felici e contenti, e da bambino che ero, non vedevo l'ora di proclamare la mia guarigione agli altri.

Mi sottoposi nuovamente ad una visita medica di controllo, naturalmente senza dire niente al medico, quando con mio stupore mi fu detto che non c'era stato nessun miglioramento, e che dovevo continuare con la ginnastica correttiva. Com'era possibile, dopo quello che mi era successo. Non sono stato guarito? Perché se si pregò nel nome di Gesù, e dopo le cose che vidi accadere, e che sentii chiaramente, NON ERO STATO GUARITO?




Mi sentii traballare nella fede. Ero profondamente deluso e confuso. Qualcuno mi disse, cercando di giustificare tutto ciò, che magari quel "fratello" aveva sbagliato la misura. Mi sembrò strano che Dio potesse fare tali sbagli, cercai quindi di mettere da parte quest'esperienza e di continuare con la mia fede nel Signore. Dopo un po' di tempo i miei genitori, presero a frequentare una chiesa delle ADI. Quello che mi aiutò sicuramente molto, era leggere la Bibbia. Frequentando chiese pentecostali, l'enfasi era sovente posta sul cosiddetto battesimo nello Spirito Santo. Così, credendo che quest'esperienza fosse biblica, e fondamentale per la vita di un cristiano, dato che si riceveva potenza dall'alto (questo era ciò che ci veniva insegnato), leggevo spesso le due lettere ai Corinzi. Ero convintissimo che questa dottrina fosse biblica. C'era però qualcosa che non mi tornava. Dalla lettura della Bibbia capivo che la prassi delle riunioni di preghiera delle chiese pentecostali andava contro gli ordinamenti biblici. La Bibbia afferma che Dio è un Dio d'ordine, e non di confusione, e che quando si parlava in lingua, bisognava farlo uno dopo l'altro, e solo se c'era chi interpretasse, e non tutti insieme. Tutto questo non veniva rispettato, al contrario il parlare in lingua tutti insieme, e la frenesia che si produceva veniva addirittura incoraggiata. Dentro di me mi chiedevo come mai, se Dio dava lo Spirito Santo al credente, quello stesso Spirito che produceva autocontrollo nel credente, al contrario tutti coloro che dichiaravano di essere battezzati di Spirito Santo, quando pregavano per lo "Spirito Santo" creavano invece tutta questa confusione?

Cercavo però di reprimere questi pensieri, perché avevo paura di bestemmiare contro lo Spirito Santo, e così di andare all'inferno per sempre. Evitavo dunque di esprimere apertamente i miei dubbi. Una sera, stavo ascoltando la predicazione di un noto giornalista cattolico carismatico ad una radio evangelica, e già questo mi diede da pensare. Alla fine della predicazione quest'uomo pregando cominciò a parlare in linguaggi, e ad un certo punto rimasi sbalordito quando questa persona chiese alla Madonna di spargere lo Spirito Santo sugli ascoltatori. Rimasi allibito, non riuscivo a capire come poteva essere possibile che un uomo che invocava Maria avesse ricevuto il battesimo nello Spirito Santo! Cosi quando chiesi spiegazioni a qualcuno, mi fu detto che Dio donava questo dono anche ai cattolici che lo chiedevano con sincerità, al che io, ancora bambino replicai: "Ma non c'è scritto che lo Spirito Santo convince di peccato e guida alla verità?"Non mi fu data nessuna risposta.

Serbando nel mio cuore tutte queste cose, dentro di me si erano formati due sentimenti contrastanti. Ero convinto che le chiese pentecostali fossero quelle dottrinalmente più bibliche, visto che si ricercava lo Spirito Santo e la sua potenza miracolosa, ma allo stesso tempo constatavo che questo "Spirito Santo" faceva fare cose che andavano contro quello che Lui stesso aveva ispirato. Com'era possibile?
Alla fine, per vari motivi mi allontanai dal Signore. Smisi di frequentare qualsiasi chiesa, fintanto che non conobbi mia moglie, allora cattolica. Insieme discutevamo spesso sulle differenze delle nostre confessioni, ed in me si riaccese il desiderio di tornare al Signore. Mia moglie (allora la mia fidanzata) si convertì e dopo esserci sposati iniziammo a frequentare una chiesa pentecostale più "aperta".



I primi anni furono molto felici, io e mia moglie confidavamo sempre nel Signore Gesù, e vedemmo molte volte la sua mano nella nostra vita. Ad un certo punto però in questa comunità arrivarono dei predicatori che introdussero dottrine magiche ed esoteriche, molto simili alla new age, e la cosa più triste fu vedere che quasi tutta la gente le accoglieva con gioia. L'importante era poter vedere segni e miracoli, e tutto questo a scapito della Parola di Dio. La cosa portò me e mia moglie a ricercare nella Bibbia se tutte queste dottrine, e segni potevano trovare riscontro nella Parola di Dio. Cominciammo anche a nutrire forti dubbi sulla legittimità di tante profezie che venivano misticamente proclamate durante le riunioni. Vivemmo delle situazioni davvero al limite del demenziale. Preoccupati presentammo i nostri dubbi al "pastore" di quella comunità. Le risposte che ci diede erano vaghe e contraddittorie, alcune perfino palesemente antibibliche. Decidemmo così di esporre per iscritto le nostre perplessità al "consiglio degli anziani". Presentammo i nostri dubbi alla luce della parola di Dio su ciò che era predicato. Implorammo questi "responsabili" di aiutarci a capire, se fossimo noi a sbagliarci, o se fossero stati loro a sbagliare. Alle nostre pagine di riflessione ci risposero con mezza pagina dicendo che non volevano discutere con noi di queste cose, e che avremmo dovuto rendere conto a Dio di non esserci sottomessi alla loro guida. Capimmo che Dio ci stava chiamando fuori da quella comunità palesemente apostata.


Dentro di me volevo comunque capire tutte quelle cose a cui non riuscivo a dare una risposta. Finalmente, grazie alla lettura della Bibbia presi coraggio per uscire dalla gabbia mentale, che per terrore di peccare contro lo Spirito Santo, mi ero creato nella mia testa. Studiando la Bibbia mi colpì il fatto che Lo Spirito Santo lodò i Bereani, per aver esaminato con le Scritture e constatato attraverso di esse, se ciò che Paolo diceva fosse la verità o meno. Quindi la Bibbia non poteva venire contraddetta, e nemmeno lo Spirito Santo mi puniva se analizzavo tutti i miei dubbi con la Bibbia. Ma la soddisfazione più grande l'ho avuta quando leggendo Deuteronomio 13, scoprii che Dio mette alla prova i suoi figli, anche concedendo segni e prodigi ai falsi profeti che presentano false dottrine, per vedere se i suoi figli restano fedeli alla Sua Parola o meno.

Durante le nostre ricerche che svolgevamo anche in internet, scoprimmo un libro che s'intitola "Carismosofia" di Nicola Martella. Grazie a questo libro siamo riusciti a comprendere tante cose a cui non riuscivamo a dare una risposta. Ho anche in seguito letto il libro di Guglielmo Standridge "Devo parlare in lingue?" che attraverso lo studio delle lettere ai Corinzi spiega senza possibilità d'equivoci, come mai il parlare in lingue è cessato, e perché oggi non fa più parte del piano di Dio per la sua Chiesa. Finalmente trovai le risposte alle mie tante domande, attraverso la Bibbia, e grazie alla lettura di questi libri.

Questo scritto non rende giustizia a tutto ciò che abbiamo sperimentato, potrei quasi scrivere un libro su tutte le ambiguità che ho vissuto in tali ambienti. Profezie fatte nel nome "del Signore" che si rivelarono false, alcune addirittura rovinarono la vita di certe persone. E la cosa più triste era vedere sempre giustificati questi falsi profeti e false profetesse, nascondendosi dietro il "non giudicare" invece di mettere in atto il discernimento biblico. Il Signore ci ha in ogni modo guidato nel nostro cammino, togliendoci dalla sottile seduzione in cui eravamo finiti. La mia sincera preghiera quando ero in questi ambienti è sempre stata questa:

"Esaminami oh Eloah, conosci il mio cuore, mettimi alla prova, e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me qualche via iniqua, e guidami per la via eterna" (Salmo 139), e posso dichiarare con gioia che il mio Signore, Gesù Cristo, ha esaudito questa mia preghiera.


Gaetano Nunnari