07 maggio 2009

PERCHE' IL MESSIA E' MORTO PER NOI?

 


Prima di morire Yahushua disse:
"Tutto è compiuto! E chinato il capo, rese lo Spirito"
(Giovanni 19:16-30)




Tutti i popoli hanno da sempre avvertito la necessità di offrire olocausti e sacrifici per placare le divinità, o elohim in cui credevano, indignate contro di loro a motivo della disubbidienza ai loro comandi. Paura, superstizione e ignoranza hanno costituito gli ingredienti di chi non conosce la Legge di Eloah YAHUVEH.
Speranza e fede sono invece gli elementi di chi tale legge conosce e desidera seguire. Per comprendere a fondo il significato e la grandezza del sacrificio del Suo Messyah e della salvezza ad esso legata, è necessario ripercorrere, per un attimo, la storia del popolo d'Israele.
Il popolo ebraico conosceva la Legge di YAHUVEH e presentava i sacrifici di riparazione da Lui richiesti (Levitico 6:5) perché rimanesse in loro desto il senso di evolvere sempre in meglio e si cercasse in Lui l'alimento della speranza. Andando ancora più indietro nel tempo leggiamo, sempre nella Scrittura, che l'offerta di Abele fu gradita a YAHUVEH perché implicava l'accettazione del principio dell'espiazione (ossia la necessità di riconoscere umilmente le proprie colpe), mentre i frutti di Caino non furono accettati perché con essi egli mostrava di non riconoscere il suo stato di bisogno e la necessità del ravvedimento. La consapevolezza di essere nel bisogno di evolvere secondo norme morali molto più ELEVATE è dunque alla radice del rapporto del Creatore con la creatura sin dall'inizio della sua esistenza. Nel Nuovo Testamento, nella lettera agli Ebrei, questo principio è così riproposto:

"...e secondo la Legge quasi ogni cosa è purificata con sangue e senza spargimento di sangue non c'è remissione"
(Ebrei 9:22)

La morte del Messyah, allora, non avvenne per caso o per un semplice susseguirsi di eventi. Non fù un errore al quale il Figlio dell'uomo dovrà rimediare tornando una seconda volta per fare quello che non gli riuscì la prima. Neppure avvenne solo perché fu decretato da Giudei e Romani, dato che tutto era stato previsto dal Creatore prima ancora della fondazione del mondo (1 Pietro 1:20).
Luca scrive: "Il Messyah doveva morire e risuscitare dai morti" (Atti 17:3). La sua morte è stata, dunque, un evento necessario per il genere umano ed è triste constatare come l'uomo ripaghi tanto amore con superficialità ed indifferenza. Ebene chiarire tuttavia, che il Messyah non "doveva" morire per forza, ma LUI HA SCELTO di farlo per offrire a tutti noi una via di salvezza dal peccato. Egli stesso afferma:

"perché io depongo la mia vita, per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me"
(Giovanni 10:16)

Yahushua è morto volontariamente, per noi, perché noi potessimo avere unione con il Padre:

"Ha'Mashyah ha sofferto una volta per i peccati, Egli Giusto per gli ingiusti, per condurci a Eloah"
(1 Pietro 3:18)

Egli rappresenta la riconciliazione tra l'uomo e il Padre. Questo vocabolo è l'opposto di "ostilità, inimicizia". Quando tra due parti esiste rottura non c'è dialogo né comprensione. La riconciliazione è la conseguenza della rimozione di tutte le cause che determinano l'inimicizia o l'ostilità. Si viene pertanto a creare un nuovo clima di amicizia.
Nel caso dell'uomo e il suo Creatore, è stato il [TRADIMENTO] (chiamato: "peccato") della creatura a causare la separazione, e l'uomo non potrà mai ristabilire un dialogo con il Padre fintantoché il [Tradimento] non sarà rimosso. Non ci illudiamo, siamo tutti peccatori, nessuno può essere così cieco e presuntuoso da considerarsi talmente bravo e a posto da non avere bisogno del sacrificio della vita del Messyah e della riconciliazione con il Padre. Scrive Giovanni: 

"Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi...se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi"
(1 Giovanni 1:8-10)

Buone azioni, amore verso gli altri, partecipazione ai problemi della società, sono tutte cose più che meritevoli, ma non possono farci avere quello che il Messyah ha pagato con il suo sangue.

"..mentre Israele, che ricercava la giustizia non ha raggiunto questa legge.
Perchè? Perchè l'ha ricercata non per fede ma per opere.."
                                                                                           (Rom. 9:31,32)
 
Il prezzo della salvezza è stato dunque altissimo. Ma il risultato meraviglioso se l'uomo accetta questo è: "La liberazione e il riscatto dal [potere] del peccato e della morte". La bontà del Padre e il Suo vero Amore hanno raggiunto l'apice in quanto il Figlio dell'uomo è morto versando la sua vita per la remissione dei nostri errori ed ha pagato il prezzo necessario affinché coloro che lo vogliono siano salvati. Egli è morto perché noi potessimo vivere in Lui: 

"Egli morì per tutti affinché quelli che vivono, non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro"
(2 Corinzi 5:15)

L'uomo è portato a vivere egoisticamente pensando solo ai propri interessi. In questa società vuota, egoista e materialista domina la volontà del singolo e in tutto egli cerca di seguire solo i propri fini, la propria gloria, la soddisfazione dei propri istinti ed interessi. Yahushua trasforma l'uomo e la sua morte è una lezione di umiltà e di coraggio, di compassione e di amore. Attraverso l'ubbidienza al Suo messaggio, l'uomo riesce a mutare le sue disposizioni e a camminare in una nuova VIA di vita, guidato dalle pagine ispirate della Sua Parola vivente e permanente.
Ogni uomo, prima o poi nella sua esistenza, è chiamato ad emettere un giudizio su ciò che ha fatto Yahushua Ha'Mashyah. Ognuno di noi prende per un attimo il posto di Pilato e giudica il Figlio di EL Yah. Davanti a noi c'è la Sua vita, il Suo messaggio teso a sensibilizzare e ad educare il nostro spirito, i Suoi miracoli che testimoniano la sua Divinità. Ora siamo noi ad ucciderlo per la seconda volta con la nostra superficialità, con la nostra incredulità, con il nostro comportamento troppo spesso incoerente.
Se continueremo a vivere tenendolo lontano dal nostro cuore e dal nostro spirito, con le nostre scelte, è come se lo stessimo uccidendolo un'altra volta, inchiodandolo sul legno con i chiodi del nostro disinteresse. Se invece ci accosteremo con un cuore davvero umile e pronto ad imparare da Lui, allora significherà che il Suo sacrificio non è stato vano e potrà inondarci di grazia e amore.

RIFLETTIAMO E TORNIAMO A LUI E ALLLA VERA SPIRITUALITA'.


10 marzo 2009

LA VERA ASSEMBLEA DI ELOAH



La parola "chiesa" deriva da un vocabolo greco, ekklésia, che significa "assemblea, gruppo, riunione" ed è con questa accezione che noi usiamo tale vocabolo. Ai tempi di Yahushua ekklésia non indicava un luogo edilizio dedicato al culto, ma semplicemente un insieme di persone radunate assieme per un qualunque motivo, non necessariamente religioso.


La chiesa voluta dal Messyah, che Egli in persona predicò durante la sua vita, si realizzò grazie al lavoro degli Apostoli, nel primo secolo E.V. Questa chiesa era molto diversa dalle varie denominazioni che affollano oggi il panorama religioso; la chiesa del primo secolo era SEMPLICE e seguiva con fedeltà il modello del Messyah. Questa chiesa oggi è realizzabile, noi possiamo conoscerla in ogni suo aspetto perché essa è descritta in maniera chiara e completa nelle pagine del Nuovo Testamento.
 

Anche nell'adorazione la chiesa seguiva esclusivamente i consigli del Signore. Il verbo adorare viene dal greco "proskunèo" e significa "rendere omaggio prostrandosi". L'adorazione suggerisce senza dubbio l'idea di riverenza e rispetto ma soprattutto essa è rivolta solo ed unicamente ad Elohà YAHUVEH e al Suo Mashyah (Messyah).

La Bibbia non parla di alcun culto dedicato a qualche "santo", tantomeno ai santi nell'accezione usata dalla chiesa cattolica. La Bibbia non insegna alcun culto dedicato a Maria la quale, pur essendo un personaggio amabile ed edificante, non ha mai assunto il ruolo attribuitole dalla chiesa cattolica che tratta Maria come una vera e propria [divinità], da adorare, pregare, servire collocandola in una posizione dove il Padre non l'ha posta. Amare Maria non significa pregarla o adorarla ma rispettarla per il ruolo importante che il Creatore le ha dato. La Scrittura insegna che nessun essere umano (dunque neppure Maria) può essere adorato o venerato.
 

Eloah respinge ogni forma di adorazione che deriva da precetti e dalle dottrina inventate dagli uomini. Dice Yahushua in Matteo 15:8: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini". Attenzione allora a non essere degli adoratori "invano". Verifichiamo la nostra fede… verifichiamo se le cose che ci hanno insegnato sono in armonia con al Parola del Padre, per essere sicuri di essere accettevoli a LUI. Egli, infatti, non accetta neanche l'adorazione che deriva dall'ignoranza religiosa ossia dalla mancanza di conoscenza della sua volontà "Eloah dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano…" (Atti 17:30) Non è sufficiente adorare in un qualche modo o adorare secondo quello che sentiamo

La vera adorazione è quella che riconosce Eloah YAHUVEH come l'unico soggetto degno di riverenza. Infatti Yahushua disse al satana che lo stava tentando: "Vattene Satana, poiché sta scritto: adora YAHUVEH il tuo Eloah e a Lui solo rendi l'adorazione". (Matteo 4:10) Questo tipo di adorazione si basa su due principi fondamentali che Yahushua stesso elencò ad una donna Samaritana: "Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché il Padre cerca tali adoratori" (Giovanni 4:23) Lo spirito esprime il carattere interiore e sincero del cuore. Per questo il culto non è un rituale freddo e irriflessivo, insensibile e noioso. 

Lo spirito dona maturità e la convinzione, nonché l'amore verso le cose spirituali del Padre, e la verità è il modello che guida e istruisce i veri adoratori. "La TUA Parola è verità" (Giovanni 17:17). Una verità che non è relativa o soggettiva, scaturita da istinti o intuizioni, né che ha il fine di suscitare emozioni o sensazioni "spirituali". L'uomo non è libero di decidere come adorare il Creatore, né di presumere quello che a Lui è accettevole. La verità è la Sua Paroladonata al fine di trovare la giusta relazione con il Padre. Il culto NON può essere ciò che vogliamo, ma ciò che Egli ha stabilito. La nostra adorazione NON deve essere vana (Matteo15:9), né ignorante (Atti 17:30). Essa deve essere IN SPIRITO E VERITA' per soddisfare i nostri bisogni interiori e rendere gloria e onore all'Onnipotente e Santo unico vero Iddio vivente.


07 gennaio 2009

CHI E' IL POPOLO DI ELOAH YAHUVEH?



Diversi anni fa, un uomo colto della Cina, dopo avere accettato la fede, cercò in questa maniera di descrivere l’amore del Messyah per i peccatori.


"Un uomo cadde in una fossa profonda: si era ferito e non poteva uscire dalla sua situazione dolorosa. Lo vide Confucio che gli disse: “Mi fai pena, sai? Come mai sei stato così sciocco da lasciarti cadere in codesta fossa? Se ce la farai ad uscire, sii più cauto un’altra volta!”. Dopo un po’ di tempo giunse un prete buddista: “Poveretto! Mi fai proprio pena laggiù in fondo a codesta fossa! Se tu potessi fare i tre quarti del cammino, potrei forse aiutarti a venir fuori”. Quell’uomo cercò di muoversi, ma non riuscì a fare neppure un passo; finalmente arrivò Yahushua che, udendo il pianto di quell’uomo, si distese per terra e, sporgendosi con le sue braccia fino ad arrivare a lui gli disse: “Afferra la mia mano: io ti salverò!” E dopo averlo tirato su dalla fossa aggiunse: “Va e non peccare più”.

Quale differenza c’è tra la VERA adorazione e tutte le religioni umane false?

Risposta:

  1. Nella vera VIA, EL (Dio) tramite Yahushua va incontro all’uomo e gli tende la mano per salvarlo e portarlo nel cielo (Giovanni 14: 1-3); nelle false religioni, l’uomo cerca di arrivare a EL tramite un percorso di conoscenza e illuminazione personale, ma non ci riesce, quindi rimane sulla terra e muore credendo di riciclarsi (Reincarnazione).
  2. Nella vera VIA EL si avvicina dell’uomo facendo divenire suo figlio un "uomo" che morendo diviene Figlio dell'uomo (Filippesi 2: 5-8; 1 Corinzi 6: 19-20); nelle false religioni l’uomo cerca di impossessarsi di Eloah cercando di ESSERE Elohim (un dio).
I SEGNI CARATTERISTICI DELLA CRISTIANITA'

Purtroppo, nell’ambito di ciò che è chiamato cristianità c’è una gran confusione religiosa: i Cattolici Romani, gli Avventisti, i Testimoni di Geova, i Pentecostali, i Mormoni, i Battisti, i Metodisti, la Chiesa Cattolica, la Chiesa Ortodossa Russa, Greca, Anglicana, Apostolica. ecc. ecc. 

Quale confessione religiosa, fra le tante, ha i segni caratteristici del vero EL?

Secondo la Parola di Eloah:

1. La chiesa mondiale formata da persone ed è UNA con il Padre e il Figlio.

“Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore” (Giovanni 10:16).

  1. La chiesa è Santa, nel senso che è PURA e appartiene al Messyah.
Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che EL si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di EL; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia” (1 Pietro 2:9-10).

  1. La chiesa è formata da persone, nel senso che è edificata sugli insegnamenti di Yahushua.
Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Yahushua Ha MashYach stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo in Adonay. In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Elohà per mezzo dello Spirito” (Efesini 20: 22).

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” (Galati 1: 8-9).

La parola «vangelo o evangelo» significa «buona novella o lieta notizia». Nel libro dell’apocalisse, al capitolo 14, Giovanni, in visione, vide il popolo di Elohà, «recante l’evangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo» (Apocalisse 14: 6).

Questo brano, ci offre, la gioia di comprendere, qual è la "VERA Ecclesia" che vive secondo l’evangelo di Yahushua il Messyah.

  1. Il vangelo è eterno e viene dall’alto, dall'Unico EL che è immutabile.
  2. Deve essere annunciato all’umanità prima del ritorno del Messyah.
  3. L’evangelo contiene un invito, un avvertimento e una sentenza.
1 - L’invito consiste nell’adorare Eloah come Creatore e Redentore. Chiaro riferimento al Sabato, settimo giorno, memoriale della creazione. Esso è l’antidoto divino contro lo scientismo amorale dilagante e il rifiuto del Creatore.
Egli diceva con voce forte: «Temete Eloah e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque»” (Apocalisse 14: 7, cfr Esodo 20: 8-11).

2 - L’avvertimento profetico nei confronti di chi, deve scegliere tra il falso e il vero vangelo. L’angelo, contrappone il vero vangelo eterno e il falso vangelo che è proposto da un potere ostile alla volontà del Padre. Dal conflitto fra il vero e il falso affiora il popolo di YAHUVEH che è contrassegnato dal vero messaggio di salvezza.
“Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell'ira di Elohà versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello». Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte” (Apocalisse 14: 9-11).

3 - La sentenza riguarda il mondo e la cristianità in generale. Babilonia è simbolo della cristianità che s’è allontanata dal Creatore e commistionata negli affari del mondo. Essa è caduta, nel senso che non ha ragione di esistere! 

“Poi un secondo angelo seguì dicendo: «Caduta, caduta è Babilonia la grande, che ha fatto bere a tutte le nazioni il vino dell'ira della sua prostituzione»” (Apocalisse 14: 8).

“Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di EL e la fede in Yahushua” (Apocalisse 14: 12; cfr 12: 17).

Il popolo di Eloah è così contraddistinto:

  1. Dalla «perseveranza dei santi» o del Suo vero popolo, nel ritenere la verità acquisita, nonostante il conflitto spirituale tra forze opposte.
Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Apocalisse 2: 10).

  1. L’osservanza dei comandamenti di Eloah YAHUVEH.
“Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (1 Giovanni 2:3-4).

  1. La fede o la testimonianza in Yahushua.
“Perché, se con la bocca avrai confessato Yahushua come Signore e avrai creduto con il cuore che Elohà (Dio) lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10: 9: cfr. Atti 4: 12).

Applicazione:

Appartenere al popolo del Vero Padre Onnipotente non è un optional, nel senso che una persona può anche scegliere di non farne parte. Yahushua, rivolge a tutti gli uomini, che studiano la parola del Creatore e vivono in spirito e verità, l’invito ad entrare a far parte del suo gregge. Infatti, Egli ha detto che ci sono delle altre «pecore che devono entrare nell’ovile» (Giovanni 10: 16).

Yahushua il Messyah, nella potenza dello Spirito Santo e per mezzo della Sua chiesa, ci invita ad accettare il «dono dell’acqua della vita» e ad entrare a far pare del popolo Suo per diventare strumento di benedizione per gli altri.