10 febbraio 2012

MITRAISMO E CRISTIANITA': IL PERFETTO CONNUBIO DELL'APOSTASIA

 

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Libri come questo raffigurato nell'immagine sopra ci fanno comprendere come nel corso dei secoli una "antica tradizione religiosa misterica", pervenutaci attraverso i secoli sotto molti altri nomi e vestiti, si sia poi propagata anche attraverso l'ebraismo teologico e mistico e la cristianità teologica e mistica "corrotta e apostata" nata dopo la morte del Messia e degli Apostoli.

Sappiamo bene che queste spiegazioni sono spesso confuse e mixate da molti ciarlatani autoreferenti, che non hanno nemmeno mai letto e compreso la storia Biblica, con altre spiegazioni e conclusioni che non hanno proprio NULLA di scientifico, logico e soprattutto Biblico, creando così un'accozzaglia di teorie che inneggiano alla falsità Biblica e tantopiù all'INESISTENZA di un Messia e del Suo Padre Il Creatore.

Al contrario gli uomini giusti di buona volontà, non corrotti o schiavi delle antiche tradizioni religiose pagane con i loro simboli magici, sanno riconoscere e ammettere l'esistenza di una FALSA RELIGIONE MONDIALE che poggia le proprie fondamenta sui culti misterici, esoterici e alchemici tramandati dalla notte dei tempi fin dai Sumeri.

Da questo connubio nasce anche la Cristianità in generale (anche se bisogna fare delle distinzioni su alcuni gruppicosì come anche tra gli appartenenti all'Ebraismo) e di cui in questo caso vedremo le collusioni con la religione più famosa prima della caduta dell'Impero Romano.
 

IL MITRAISMO

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CHE COSA ERA IL MITRAISMO? 

Il mitraismo era una religione misterica che aveva coinvolto tutto l'Impero, dalla Britannia all'Africa molti secoli fa. 

Mitra era il dio della luce. Noto presso i romani col nome di "Mithra" che nel sincretismo tipico del tempo, fonde la figura del "Solis Invictus" con quella del dio Mitra, il vincitore epico del sole. 
Mitra era uno degli dèi della religione persiana di Zoroastro, e la festa di Mitra si celebrava il 25 dicembre, presunto compleanno del dio. I saturnali romani, festa che prendeva nome dal dio romano Saturno, avevano assorbito la festa di Mitra, e duravano diversi giorni.


I FESTEGGIAMENTI
 
In quel periodo, ci viene narrato che nei rituali religiosi riguardanti Mitra si abbandonava ogni ritegno. Il gioco d'azzardo, che in altri periodi era vietato, diveniva legale, scorrevano fiumi di vino e abbondanti libagioni. Le scuole, i pubblici esercizi e i tribunali erano chiusi. La storia dichiara inoltre che le case erano ornate di piante sempreverdi e le famiglie festeggiavano riunendosi in epocali gozzoviglie. 
Gli uomini mettevano via le toghe per indossare abiti più colorati. Familiari e amici si scambiavano regali. Pertanto il Natale è la versione moderna delle feste celebrate per adorare i falsi dèi pagani Mitra e Saturno.
 

L'INFLUENZA DEI
 RITUALI BABILONESI 


Il culto Persiano di Mitra rivela l'inconfondibile influenza dei misteri ritualistici babilonesi; e se si ricorda quale grado d'importanza acquistarono fra i Romani i misteri connessi con questo culto, si aggiungerà un altro anello che collega le ramificazioni della cultura antica alla civiltà Mesopotamica. 
La forte aggiunta di elementi che si ritrovano sia nella mitologia greca che nei culti greci è ora ammessa dagli studiosi della Cristianità in maniera così palese da non richiedere ulteriore commento. Questi elementi compenetrati nelle religioni mediterranee sono in gran parte più specificamente babilonesi.
 

RITUALI DERIVANTI DAL CULTO DI MITRA 


È ORMAI RISAPUTO ED EVIDENTE che molte tradizioni e diversi rituali ritenuti propri del cristianesimo praticato oggi da milioni di persone siano in realtà di origine pagana, e più esattamente derivanti dal culto di Mitra. 

Tra le tante religioni misteriche degli antichi, il culto di Mitra, dio connesso con il sole, conobbe il massimo splendore nei primi secoli dell'èra volgare nell'area dell'impero romano.
Per esempio, nell'altare in pietra all'interno di una catacomba dedicata a Mitra, è scritto dei personaggi che vi sono raffigurati: "Il dio con il toro è fiancheggiato da due giovani con fiaccole accese, l'uno indica verso l'alto e l'altro verso il basso. Vengono chiamati Cauto e Cautopates." Come nella raffigurazione di Baphomet una mano indica verso l'alto e l'altra verso il basso.


bafometto Il dio con il toro è fiancheggiato da due giovani con fiaccole accese, l'uno indica verso l'alto e l'altro verso il basso. Vengono chiamati Cauto e Cautopates


IL CULTO DI MITRA E IL DIO TRINO
 
Nel tardo culto di Mitra compare il 'triplice dio', in cui 
Insieme al dio Mitra formano per i credenti una Trinità di dèi uguali, l'analogia con la Trinità della cristianità è PALESE. Questo dio del sole viene inoltre raffigurato adorno di un'aureola. Ricordo che essa compare nelle raffigurazioni sacre definite 'cristiane', quindi anche in questo caso la similitudine è piuttosto evidente. 


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COSTANTINO E IL MITRAISMO
 
Come riferiscono gli storici, dopo un periodo di grande splendore, il culto del dio Mitra si fuse con il cristianesimo, che l'imperatore Costantino all'inizio del IV secolo innalzò a religione dell'impero. A quel tempo, c'erano ancora molti praticanti della religione mitraica. Cosa fece Costantino per indurre tutti i suoi sudditi ad adeguarsi alla religione che avrebbe dovuto "tenere unito l'Impero"? 

Nonostante il fatto che l'imperatore stesso fosse seguace del culto Mitraico del sole (fu battezzato, e nello stesso tempo gli fù data la sacra unzione, soltanto sul letto di morte), egli decise che il cristianesimo dovesse essere la religione di tutti i cittadini dell'impero.
 
Per rendere accettabile la nuova religione anche ai seguaci di Mitra egli dichiarò la domenica giorno di festa in tutto l'Impero. Un'altra decisione imperiale avrebbe dovuto avvicinare cristiani e mitraisti: il giorno della nascita del Cristo venne fissato nello stesso giorno della nascita di Mitra. (Nell'anno 354 viene citato per la prima volta il 25 dicembre come data di questo evento). Sino ad allora i primi discepoli del Messia non avevano mai festeggiato il Natale!
 
Per questo motivo il Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. dice: "Riguardo al giorno e al mese di questa nascita [di Gesù] i Vangeli sono muti . . . l'introduzione nella liturgia del 25 dicembre come festa della Natività di Cristo non sarebbe avvenuta che in vista di apporre una festa cristiana alla festa pagana della nascita di Mitra (solis invictus) celebrata il 25 dicembre nel paganesimo del sec. III e IV". - Vol. II, p. 1102. 


ALTRE ANALOGIE CON MITRA

In vari libri storici è stato scritto sulle vere origini del Natale, la festa celebrata il 25 dicembre dalla cristianità in onore di cristo. A conferma delle sue origini pagane, la storia spiega che: "Si riconosce generalmente che la datazione della nascita di Cristo al 25 dicembre, il giorno del solstizio d'inverno, appare per la prima volta nel calendario liturgico romano in epoca tarda, soltanto ai principi del IV secolo..."
 
I seguaci della cristianità del IV secolo compirono un ulteriore passo in avanti nel lungo processo di digestione dei componenti mitologici pagani, nei riguardi dei quali ai metodi repressivi e violenti si andò sostituendo la via facile dell'adattamento e della riutilizzazione all'interno della nuova religione imperiale romana (apostata).
 
Il 25 dicembre il mondo mediterraneo celebrava la natività del Sole Invitto, il dies Natalis solis invicti, una divinità palmirena, propriamente il Signore (Baal) solare, che l'imperatore Aureliano, nel III secolo, aveva introdotto nel culto imperiale. Il Sole Invitto non è soltanto il nume eminente dell'apoteosi imperiale, rappresentato come volto circondato da un disco radiante, ma è proprio il momento della vittoria cosmica della luce sulle tenebre, anche con significati etici. Ecco perché subito, nelle esegesi patristiche e nella liturgia, i termini che appartenevano probabilmente al rituale pagano vengono ascritti alla figura del Cristo, come la "grotta" e la stretta connessione con l'adorazione del dio Mitra solare.
 
Oltre ai suoi legami col culto del Sole Invitto, è pure indicato che la festa del Natale è in stretta connessione con l'adorazione del dio Mitra. Come prosegue l'informazione storica, il 25 dicembre era divenuto, per questo processo di fusione, anche la grande celebrazione della nascita e della vittoria di Mitra, che nasce dalla pietra e che si rivela in una grotta. La grotta del Gesù bambino, così cara alla tradizione iconografica, è una tarda invenzione, poiché nessuno dei passi evangelici che narrano la sua nascita e l'arrivo dei Magi, ne parlanoI vangeli dicono che egli nacque in una stalla di Betleem e non in una grotta!
 
La mitologia della grotta apparirà soltanto con alcuni apocrifi gnostici cristiani, dal V secolo in poi, ed è legittimo pensare che essa deriva dalla larga diffusione mediterranea del tema di connessione fra dio Mitra e caverna, e dal concetto misterico della scienza arcana.




12 gennaio 2012

LA CROCE: UN SIMBOLO ARCANO, PAGANO E IDOLATRICO

 

CROCE CRUX SIMPLEX SIMBOLO PAGANESIMO


Berry (nella Encyclopedia Heraldica) cita 385 diverse croci. Molte di esse sono semplicemente decorative e d’importanza araldica (ERE, art. Croci, Vol. 4, pp. 324 e seguenti). Ci sono anche 9 tipi di croci che hanno un simbolismo religioso.

La croce è stata associata con la Cristianità. Non era, tuttavia, un antico simbolo Cristiano, infatti le Ha'Qahal (chiesa in ebraico) che osservavano il Sabato sono state tradizionalmente iconoclaste ed hanno generalmente detestato l’utilizzo del simbolo della croce in quanto pagano. Alcuni cristiani che osservavano il Sabbath sono stati martirizzati per la loro opposizione all’utilizzo delle croci nel simbolismo Cristiano. I Vandali furono subordinazionisti iconoclasti che distrussero gli idoli adorati in Grecia e a Roma.

I Pauliciani furono iconoclasti così come tutti i Sabbatariani associati o discendenti da essi.

Ancora oggi, c’è questa proibizione della croce (così come della pratica del battesimo dei neonati e bambini) nelle Chiese che osservano il Sabato. Il simbolo della croce è molto più antico ed ha molti significati mistici.

Le Croci non Cristiane

La croce ha un significato associato con l’adorazione del sole. Schliemann notò la presenza di croci sulle ceramiche e decorazioni di Troad (la regione di Troia) (ERE, ibid., p. 325). E’ alternata a dei raggi disposti a cerchio nel tempo in cui i due emblemi apparivano in giustapposizione (ibid.)

Gli Indiani utilizzarono la croce equilatera alternata al disco di raggi.

Le croci si trovavano ai bivi delle strade e quindi divennero un oggetto di venerazione.

Durante l’età del bronzo, specialmente tra i Galli, la croce appare in modo frequente sulle ceramiche, sui gioielli e sulle monete.

La croce è ritrovata in Messico, Perù e soprattutto nell’America Centrale. In questi luoghi alludono ai quattro venti.

Il simbolismo antico della croce era espresso nell’ideogramma Cinese della parola per terra, che è una croce equilatera all’interno di un quadrato.

La croce chiusa nel sole sembrava rappresentare i quattro fiumi del paradiso. La Bibbia si riferisce a questo come al fiume, che partì dall’Eden e si divise in 4 parti.

Quindi, nel simbolismo della croce come rappresentazione dell’adorazione del sole, stiamo trattando con una seria forma di idolatria.

Non c’è dubbio che l’utilizzo della croce, associata con i simboli della resurrezione e della nuova vita, sono completamente mescolati con la teologia degli antichi.

La svastica appare moltissimo nel Buddismo, in Cina ed in Giappone, soprattutto sui piedistalli delle statue di Budda e Bodhisattva del buddismo Mahayana.

La Croce nella Cristianità

Il Segno della Croce

La diffusione del simbolo della croce nella Cristianità si sviluppò molto come la Trinità.

Tertulliano affermò che ad ogni passo i Cristiani facevano il segno della croce sulla fronte. L’utilizzo a cui fa riferimento Tertulliano disegnò l’accusa d’idolatria.

Gli scrittori Romano Cattolici ammettono che la croce è diventato un vero oggetto di culto.

Didron afferma:

La croce ha ricevuto un’adorazione simile se non eguale a quella di Cristo; Questo legno sacro è adorato quasi allo stesso modo di Dio stesso (ibid.).

L’argomento è difficile da opporre al fatto che la croce fu introdotta nel sistema della Cristianità dai culti del Mistero, insieme alle altre forme di adorazione che gradualmente entrarono nel Cristianesimo e che non facevano parte della chiesa antica. Queste forme come l’adorazione della Domenica e le feste della Pasqua e del Natale, vengono dai culti del Sole.

Il fatto della questione è che la croce non deriva dalla Cristianità, essendo utilizzata agli incroci, piuttosto la croce fallica era ordinata per conformarla alle usanze e lasciare le figure della "dea madre Ecate" etc. che fu rinominata "Madonna".

La distinzione fatta tra il palo e la forca da una parte e la croce dall’altra, era di assegnare alla Cristianità il simbolo che era così importante nel simbolismo pagano. Il fatto è che la crocifissione, un’antica forma di punizione, avveniva su un albero, che non aveva una forma ben distinta ed il semplice "palo" fu chiamato croce o crux simplex.

Zaccaria 12:10 indica che la causa finale della morte era la tradizione. E’ impossibile dire con certezza se sia stata utilizzata la croce per crocifiggere Cristo o un semplice palo o se ci fosse stato un palo ortogonale, poiché il termine potrebbe indicare entrambi.

Ne potrebbe avere importanza se il simbolismo non fosse stato trasferito al culto e legittimizzato.

Il secondo Concilio di Nicea (787), convocato per riformare gli abusi e terminare le dispute dell’iconoclastia, definì che la 'venerazione' (idolatria) del fedele era dovuta “alla croce preziosa e vivificatrice” così come alle immagini o rappresentazioni di Cristo, della vergine Benedetta, e dei santi (Encicl. Catt.).

Il Concilio sostenne che il culto di Latria appartiene soltanto alla natura divina. Quindi, agli oggetti fu accordata una forma di adorazione differente da quella della natura divina. Ma affermare che l’adorazione delle immagini di mortali è accettabile, è assolutamente contrario agli espliciti insegnamenti della Bibbia.

Quindi il simbolismo era tornato al punto di partenza e le immagini dei misteri avevano preso il controllo della Cristianità ed erano diventati il centro di adorazione.

Da quanto detto, l’utilizzo della croce dovrebbe essere inaccettabile nella Cristianità – Non soltanto su queste basi, ma anche perché i concetti menzionati, che sono logicamente legati a Eloah e sono la diretta prerogativa di Eloah, in questo simbolismo sono attribuiti al Messia come lo erano agli dèi dei Misteri. La resurrezione avviene come un atto della autorità di Eloah. Soltanto Eloah possiede l'immortalità (1Tm. 6:16). Il figlio esercitò un’autorità obbediente, concedendo la sua vita e conducendola secondo quella autorità. (Gv. 10:18). il Messia, colui che santifica e coloro che sono santificati hanno un'unica origine (enos pantes) (Eb. 2:11 RSV). L’uso del termine "enos pantes" significa che sono un'unica cosa, completamente, in tutto il rispetto, in ogni via (Thayers). Il NIV cerca di minimizzare questo aspetto traducendolo con "della stessa famiglia".

Soltanto il Supremo Eterno deve essere oggetto di adorazione e preghiera (Lc. 4:8; Gv. 4:23; Ap. 19:10; 22:9). La croce è diventata un simbolo di per sè, allo stesso modo in cui l’immagine istituita da Mosè (Nm. 21:8-9) divenne un immagine di per sè e quindi idolatra.

Il simbolismo che circonda la croce, le opere e le forme d’arte, sono di per sè caricate di concetti, che sono stati trasportati all'interno dell’adorazione della cristianità. I concetti derivano dalle più antiche forme di adorazione, che sono state trasportate o diffuse attraverso le nazioni e le tribù. L’identificazione delle origini ed i rapporti interconnessi sono trattati nella sezione sopra. La croce come immagine non è un oggetto innocuo o di decorazione.

L’attribuire la croce e il Messia ad un immagine oggetto di preghiera è una violazione del secondo comandamento.

Il concetto della dottrina cattolica romana, attribuisce la divinità al Messia per essere eguale al Padre, mentre la Bibbia sostiene che non lo era affatto (Gv. 14:28, Fil. 2:6). Simili concetti non erano utilizzati nei primi due secoli della Ha'Qahal degli Apostoli ed erano infatti visti come idolatria. Molte persone furono martirizzate per essersi rifiutate di accettare le croci come simboli della loro fede.