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21 dicembre 2009

RELIGIONI BUGIARDE

 


LA CONFESSIONE DI UNO DEI TANTI INGANNATI DALLE RELIGIONI CARISMATICHE DELLA CRISTIANITA'



Mi chiamo Gaetano. La mia esperienza con le chiese pentecostali ha avuto inizio già dalla mia infanzia.

Al principio ho frequentato chiese pentecostali dottrinalmente moderate (ADI), dopodichè col passare del tempo, per vari motivi, ho smesso di frequentare la chiesa. Trascorsi alcuni anni, io e mia moglie, abbiamo cominciato a frequentare insieme una chiesa pentecostale, dottrinalmente più carismatica, dove siamo stati membri per 7 anni circa. È abbastanza complicato riassumere tutto ciò che ho vissuto, e di come dentro di me ho cominciato a nutrire dei dubbi nei confronti della dottrina pentecostale. Il cammino è stato lungo, ed alla fine, anche molto doloroso. La prima cosa che ha cominciato a crearmi dei dubbi è stata un'esperienza di finta guarigione vissuta da me in prima persona, quando ero ancora bambino. Mi avevano diagnosticato una scogliosi, la mia gamba sinistra era di 0,5 cm più corta di quella destra. Per questo motivo mi fu prescritto dal medico di fare ginnastica correttiva a scuola.

Una sera, andai insieme a mia madre ad una riunione pentecostale, dove c'era di passaggio un predicatore col "dono di guarigione". Mi ricordo benissimo che questo uomo, al momento della preghiera di guarigione, mi fece sedere su una sedia, mi impose le mani pregando nel nome di Gesù, e dopo avermi fatto stendere tutte e due le gambe, prese delicatamente la mia gamba sinistra fra le mani. Io sentii un forte calore scendere sulla mia gamba, una sensazione simile alla corrente elettrica, ma non era fastidiosa. Questo uomo accompagnò delicatamente la mia gamba con la sua mano in avanti. Si vide benissimo ciò che successe. La mia gamba si stava allungando miracolosamente. La fece avanzare di diversi centimetri, dopodichè la dispose parallelamente all'altra, proclamando infine la mia guarigione. La chiesa sussultò di gioia, e naturalmente anche io mi rallegrai, perché ero convinto che il Signore si fosse preoccupato in maniera speciale di me. Un evidente segno miracoloso fu visto da tutti. Tornammo a casa tutti felici e contenti, e da bambino che ero, non vedevo l'ora di proclamare la mia guarigione agli altri.

Mi sottoposi nuovamente ad una visita medica di controllo, naturalmente senza dire niente al medico, quando con mio stupore mi fu detto che non c'era stato nessun miglioramento, e che dovevo continuare con la ginnastica correttiva. Com'era possibile, dopo quello che mi era successo. Non sono stato guarito? Perché se si pregò nel nome di Gesù, e dopo le cose che vidi accadere, e che sentii chiaramente, NON ERO STATO GUARITO?




Mi sentii traballare nella fede. Ero profondamente deluso e confuso. Qualcuno mi disse, cercando di giustificare tutto ciò, che magari quel "fratello" aveva sbagliato la misura. Mi sembrò strano che Dio potesse fare tali sbagli, cercai quindi di mettere da parte quest'esperienza e di continuare con la mia fede nel Signore. Dopo un po' di tempo i miei genitori, presero a frequentare una chiesa delle ADI. Quello che mi aiutò sicuramente molto, era leggere la Bibbia. Frequentando chiese pentecostali, l'enfasi era sovente posta sul cosiddetto battesimo nello Spirito Santo. Così, credendo che quest'esperienza fosse biblica, e fondamentale per la vita di un cristiano, dato che si riceveva potenza dall'alto (questo era ciò che ci veniva insegnato), leggevo spesso le due lettere ai Corinzi. Ero convintissimo che questa dottrina fosse biblica. C'era però qualcosa che non mi tornava. Dalla lettura della Bibbia capivo che la prassi delle riunioni di preghiera delle chiese pentecostali andava contro gli ordinamenti biblici. La Bibbia afferma che Dio è un Dio d'ordine, e non di confusione, e che quando si parlava in lingua, bisognava farlo uno dopo l'altro, e solo se c'era chi interpretasse, e non tutti insieme. Tutto questo non veniva rispettato, al contrario il parlare in lingua tutti insieme, e la frenesia che si produceva veniva addirittura incoraggiata. Dentro di me mi chiedevo come mai, se Dio dava lo Spirito Santo al credente, quello stesso Spirito che produceva autocontrollo nel credente, al contrario tutti coloro che dichiaravano di essere battezzati di Spirito Santo, quando pregavano per lo "Spirito Santo" creavano invece tutta questa confusione?

Cercavo però di reprimere questi pensieri, perché avevo paura di bestemmiare contro lo Spirito Santo, e così di andare all'inferno per sempre. Evitavo dunque di esprimere apertamente i miei dubbi. Una sera, stavo ascoltando la predicazione di un noto giornalista cattolico carismatico ad una radio evangelica, e già questo mi diede da pensare. Alla fine della predicazione quest'uomo pregando cominciò a parlare in linguaggi, e ad un certo punto rimasi sbalordito quando questa persona chiese alla Madonna di spargere lo Spirito Santo sugli ascoltatori. Rimasi allibito, non riuscivo a capire come poteva essere possibile che un uomo che invocava Maria avesse ricevuto il battesimo nello Spirito Santo! Cosi quando chiesi spiegazioni a qualcuno, mi fu detto che Dio donava questo dono anche ai cattolici che lo chiedevano con sincerità, al che io, ancora bambino replicai: "Ma non c'è scritto che lo Spirito Santo convince di peccato e guida alla verità?"Non mi fu data nessuna risposta.

Serbando nel mio cuore tutte queste cose, dentro di me si erano formati due sentimenti contrastanti. Ero convinto che le chiese pentecostali fossero quelle dottrinalmente più bibliche, visto che si ricercava lo Spirito Santo e la sua potenza miracolosa, ma allo stesso tempo constatavo che questo "Spirito Santo" faceva fare cose che andavano contro quello che Lui stesso aveva ispirato. Com'era possibile?
Alla fine, per vari motivi mi allontanai dal Signore. Smisi di frequentare qualsiasi chiesa, fintanto che non conobbi mia moglie, allora cattolica. Insieme discutevamo spesso sulle differenze delle nostre confessioni, ed in me si riaccese il desiderio di tornare al Signore. Mia moglie (allora la mia fidanzata) si convertì e dopo esserci sposati iniziammo a frequentare una chiesa pentecostale più "aperta".



I primi anni furono molto felici, io e mia moglie confidavamo sempre nel Signore Gesù, e vedemmo molte volte la sua mano nella nostra vita. Ad un certo punto però in questa comunità arrivarono dei predicatori che introdussero dottrine magiche ed esoteriche, molto simili alla new age, e la cosa più triste fu vedere che quasi tutta la gente le accoglieva con gioia. L'importante era poter vedere segni e miracoli, e tutto questo a scapito della Parola di Dio. La cosa portò me e mia moglie a ricercare nella Bibbia se tutte queste dottrine, e segni potevano trovare riscontro nella Parola di Dio. Cominciammo anche a nutrire forti dubbi sulla legittimità di tante profezie che venivano misticamente proclamate durante le riunioni. Vivemmo delle situazioni davvero al limite del demenziale. Preoccupati presentammo i nostri dubbi al "pastore" di quella comunità. Le risposte che ci diede erano vaghe e contraddittorie, alcune perfino palesemente antibibliche. Decidemmo così di esporre per iscritto le nostre perplessità al "consiglio degli anziani". Presentammo i nostri dubbi alla luce della parola di Dio su ciò che era predicato. Implorammo questi "responsabili" di aiutarci a capire, se fossimo noi a sbagliarci, o se fossero stati loro a sbagliare. Alle nostre pagine di riflessione ci risposero con mezza pagina dicendo che non volevano discutere con noi di queste cose, e che avremmo dovuto rendere conto a Dio di non esserci sottomessi alla loro guida. Capimmo che Dio ci stava chiamando fuori da quella comunità palesemente apostata.


Dentro di me volevo comunque capire tutte quelle cose a cui non riuscivo a dare una risposta. Finalmente, grazie alla lettura della Bibbia presi coraggio per uscire dalla gabbia mentale, che per terrore di peccare contro lo Spirito Santo, mi ero creato nella mia testa. Studiando la Bibbia mi colpì il fatto che Lo Spirito Santo lodò i Bereani, per aver esaminato con le Scritture e constatato attraverso di esse, se ciò che Paolo diceva fosse la verità o meno. Quindi la Bibbia non poteva venire contraddetta, e nemmeno lo Spirito Santo mi puniva se analizzavo tutti i miei dubbi con la Bibbia. Ma la soddisfazione più grande l'ho avuta quando leggendo Deuteronomio 13, scoprii che Dio mette alla prova i suoi figli, anche concedendo segni e prodigi ai falsi profeti che presentano false dottrine, per vedere se i suoi figli restano fedeli alla Sua Parola o meno.

Durante le nostre ricerche che svolgevamo anche in internet, scoprimmo un libro che s'intitola "Carismosofia" di Nicola Martella. Grazie a questo libro siamo riusciti a comprendere tante cose a cui non riuscivamo a dare una risposta. Ho anche in seguito letto il libro di Guglielmo Standridge "Devo parlare in lingue?" che attraverso lo studio delle lettere ai Corinzi spiega senza possibilità d'equivoci, come mai il parlare in lingue è cessato, e perché oggi non fa più parte del piano di Dio per la sua Chiesa. Finalmente trovai le risposte alle mie tante domande, attraverso la Bibbia, e grazie alla lettura di questi libri.

Questo scritto non rende giustizia a tutto ciò che abbiamo sperimentato, potrei quasi scrivere un libro su tutte le ambiguità che ho vissuto in tali ambienti. Profezie fatte nel nome "del Signore" che si rivelarono false, alcune addirittura rovinarono la vita di certe persone. E la cosa più triste era vedere sempre giustificati questi falsi profeti e false profetesse, nascondendosi dietro il "non giudicare" invece di mettere in atto il discernimento biblico. Il Signore ci ha in ogni modo guidato nel nostro cammino, togliendoci dalla sottile seduzione in cui eravamo finiti. La mia sincera preghiera quando ero in questi ambienti è sempre stata questa:

"Esaminami oh Eloah, conosci il mio cuore, mettimi alla prova, e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me qualche via iniqua, e guidami per la via eterna" (Salmo 139), e posso dichiarare con gioia che il mio Signore, Gesù Cristo, ha esaudito questa mia preghiera.


Gaetano Nunnari



07 marzo 2008

LA SCOMODA VERITA' SU PADRE PIO

 

padre pio apostata mistificatore


E' di questi giorni il gran parlare e la "riesumazione" dei poveri resti di questo SEMPLICE UOMO. Moltissimi oramai sono concordi nell'affermare che NON esiste "Santo" che sia più venerato di padre pio, addirittura ancor più della madonna. Infatti chi in Italia non ha in casa, nel portafoglio o nell'auto una immaginetta di padre pio?
Ma perchè tanta VENERAZIONE verso questo (ripeto) SEMPLICE UOMO?
Non essendo mia intenzione "Giudicare qualcuno" o entrare nei "dettagli" della vita di una persona ormai scomparsa è d'obbligo però fare una breve analisi per AMORE DELLA VERITA', che dedico a chi "afferma" di CREDERE in Dio.
Questo articolo è DEDICATO specialmente a coloro che appartengono alla cosiddetta cristianità.

E' VIVAMENTE SCONSIGLIATA LA LETTURA 
AI DEVOTI DI PADRE PIO..!!

"Non ti farai idolo nè immagine alcuna di quanto è lassù nei cieli nè di quanto è quaggiù sulla terra, nè di ciò che è nelle acque o sotto la terra. Non ti inginocchierai davanti a loro nè le adorerai" - (Eso. 20:4,5 versione CEI)

"Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per ADORARLO. Ma Pietro lo fece rialzare, dicendo: Alzati, SONO ANCH'IO UN UOMO". (Atti 10:25, 26 - versione CEI) 

E' nota la devozione che Karol Wojtyla dedica a padre Pio da Pietralcina, al secolo Francesco Forgione. Il frate dei miracoli inquisito da Pio XI [che lo fece arrestare proibendogli ogni contatto con i fedeli] e accusato di frode dal medico e sacerdote Agostino Gemelli (che parlava delle «cosiddette stimmate di padre Pio»), fu osteggiato e inquisito persino dal papa buono. Nel 1960 Giovanni XXIII inviò mons. Maccari in visita apostolica a S. Giovanni Rotondo per indagare sul clima che circondava l’attività del frate. Risultato: quaranta cartelle inviate al papa come contributo alla verità. 

Una verità fatta di traffici di reliquie e pezzuole intrise di sangue, di profitti derivanti da un misticismo ben indirizzato (grandi alberghi e opere di bene) e da una VOGLIA ESAGERATA di miracoli. Mons. Maccari sottolineò pure la presenza di una folla fanaticaconvinta ad esempio che chi guardasse il frate da vicino avrebbe avuti rimessi i propri peccati. Le accuse del Maccari erano solide e ben circostanziate. (1)




LE CARTELLE DEL MACCARI E IL VANGELO


Per mesi, agli inizi degli anni ’90, Carlo Maccari, arcivescovo di Ancona in pensione, continuò a ricordare al card. Ratzinger e ai membri della gerarchia vaticana la verità da lui riscontrata quando trent’anni prima, inviato del Sant’Uffizio, aveva indagato su padre Pio. (2)

Come credenti che cercano di essere in armonia con il Nuovo Testamento, registriamo le note del Maccari non per amore di chiacchiere [che chiacchiere evidentemente non sono] ma per un sobrio confronto con i dati rivelati nel Vangelo di Yahushua, Vera pietra di paragone per valutare ogni fenomeno in campo religioso.

Maccari, ad esempio, scrive di Padre Pio come di un frate che sanguinava («tutto quel sangue di gallina!») attirando folle ansiose di miracolo, scatenando fanatismi, gelosie, speculazioni e caccia di soldiscrive inoltre di microfoni-spia (nascosti da mons. Umberto Terenzi, parroco del Divino Amore, e da padre Daniele da Roma) nei luoghi dove padre Pio confessava i penitenti.

Queste vicende presentano aspetti che [non si vuole] qui rilevare. Una domanda tuttavia merita attenzione: che cosa ha a che vedere tutto questo sangue con la Parola del Messyah? Nel Vangelo non è il sangue di un frate che "salva", bensì la liberazione «eterna» è ottenuta dal sacrificio di Yahushua. Questo sacrificio si è attuato «una volta per sempre» e, una volta compiuto, elimina ogni necessità di ulteriori offerte per il peccato. Marco, nel suo scritto, ci consente di fare «memoria» (intima e spiritualmente comunicativa) del sacrificio di Yahushua: «il sangue del patto, sparso per molti». Giovanni attesta che Yahushua ha avuto l’amore più grande: dare la sua vita (il suo sangue) per i suoi «amici». Anche Pietro accenna al sangue di Yahushua che, privo di peccato, portò i nostri stessi peccati. (3)

Forse non basta più.. ai «molti» il sangue del Messyah? Non è più sufficiente per [quelli che si definsiscono] cristiani [?] quel sacrificio magnifico? Quell’amore incommensurabile non basta più agli «amici» a mostrar loro l’affetto del Signore? In che cosa mai quella redenzione (sangue) sarebbe carente, perché si renda necessario integrarla con altro sangue? Se le cose stanno davvero così, quanto è triste e amara la condizione morale/spirituale di [quelli che si auto-definiscono] cristiani oggigiorno!

Interessanti capitoli della lettera agli Ebrei, (la stessa parola ispirata da Eloah in cui dicono di credere), mostrano come Yahushua abbia del tutto eliminata, con il proprio sangue, ogni necessità degli spargimenti di sangue prodotti da sacrifici animali attuati presso gli Ebrei.

MAI il Messyah o uno dei suoi apostoli ha insegnato che quel sangue animale sarebbe stato sostituito dal sangue di padre Pio (di gallina secondo il Maccari) o da altro sangue di madonne e immagini che, per varie ragioni, sgorga e fiotta qua e là nella miracolistica antica e moderna..!!

Ritenere che il sangue (di padre Pio o le macchie sulla sindone) soddisfino il bisogno di “toccare” avvertito dai fedeli e appellarsi all’istinto dei credenti (il cosiddetto sensus fidei) per avvalorare un dato fenomeno religioso è.. fuorviante. (4) L’attrazione delle folle a simili spettacoli si spiega considerando che il sangue, tabù presso molte culture, continua ad esercitare sull’uomo un’azione ambivalente di attrazione/repulsione. Inoltre, il sensus fidei ha... senso quando si armonizza con le Sacre Scritture, altrimenti può essere esso stesso fuorviante. Il sensus fidei di questi [cosiddetti] credenti deve farsi illuminare non dalle "stimmate" di padre pio, ma.. dalla parola del Padre Onnipotente. Non sarebbe male tornare, ad esempio, a considerare bene le parole dette da Yahushua all’incredulo Tommaso: «Siccome mi hai veduto [e toccato!], tu hai creduto; beati quelli che non hanno veduto, e hanno creduto!» (Giovanni 20, 29) .

Quanto alle folle acclamanti rapite da passione mistica, è immediato il confronto con Yahushua che ne fù circondato. Quale differenza, però, si nota nel suo comportamento! Egli anzitutto evita le esaltazioni prodotte nelle masse desiderose di miracoli. Dopo la moltiplicazione di pani e pesci, ben sapendo di essere oggetto di esaltazione da parte della folla sfamata e quindi disposta ad acclamarlo re, Yahushua si ritira su un monte, tutto solo: fugge l’ansia miracolistica popolana, rifugge dalla glorificazione umana, anzi corregge in modo netto i possibili esiti di una esaltata ed esaltante religiosità popolare. 

Quando la medesima folla lo rintraccia sull’altra riva del lago, Yahushua spegne ogni fanatismo dicendo chiaro:
«In verità vi dico che voi mi cercate non perché avete veduto dei miracoli, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna» (Giovanni 6, 15 e v. 26).

Inoltre il Messyah cerca di far comprendere quale sia questo cibo («chi viene a me non avrà fame, e chi crede in me non avrà mai sete», v. 35), la folla si scioglie e molti discepoli lo abbandonano. E Yahushua [che al contrario delle attuali guide religiose non bada mai al numero/audience di quanti lo seguono] chiede ai dodici: «Non ve ne volete andare anche voi?».

Mons. Maccari si era evidentemente accorto che padre Pio non stava affatto imitando Yahushua nei suoi atteggiamenti. La tigre della esaltazione religiosa popolare non va cavalcata neppure quando è utile a “portare anime alla Chiesa” (hanno torto quei teologi, come il Laurentin, i quali purtroppo sostengono proprio questo concetto utilitaristico, in disarmonia con l’esempio di Yahushua e con l’insegnamento del Vangelo). 

Nel 1990, parlando a Taranto con il vescovo di Manfredonia sul processo di beatificazione di padre PioWojtyla raccomandava: “Sbrigatevi, sbrigatevi, questo è un santo che vorrei fare io”. Oggi, avvenuta la beatificazione di Pio da Pietralcina e di Giovanni Roncalli, la gerarchia cattolica sembra aver superato l’imbarazzo di avere un beato papa Giovanni che in vita ha osteggiato e inquisito un beato padre Pio. Non c’era da dubitare che i postulatori e le commissioni dei due processi di beatificazione (e santificazione) sarebbero riusciti con ineffabile abilità (e ineffabile doppiezza) a superare i contrasti che, in vita, divisero il papa dal frate. Tuttavia c’è una parola buona dinanzi alla quale TUTTI [anche i postulatori e i tribunali ecclesiastici] dovrebbero chinare il capo, quella di ciò che "è veramente scritto" in quel Vangelo che DICONO di professare. Esaminiamo qui, brevemente, alla luce del Nuovo Testamento il concetto di santificazione da come è proposto e attuato nel cattolicesimo.

«SANTI» SECONDO LE SCRITTURE

Le lettere (epistole) del Nuovo Testamento sono indirizzate ai «santi» che abitano a Roma, Corinto, Filippi, ecc. Paolo apostolo menziona la famiglia di Stefana che si dedica «a servire i santi». Si parla nel Vangelo di aiuti pro «santi» tra i credenti più poveri residenti a Gerusalemme o altrove. Ci vengono pure presentati alcuni «santi» che ne salutano altri. Viene lodata la vedova che abbia reso dei servizi ai «santi». (5) Il dato biblico è dunque chiaro: «santi» sono coloro che hanno Fede, i convertiti al Messyah, i membri attivi e presenti nelle varie comunità locali. Non defunti, dunque, ma persone viventi! Non una "élite" di Super-credenti, ma proprio gli stessi uomini, con pregi e difetti, mentre vivono questa vita nel mondo pur cercando di non comportarsi come il mondo. Con l’aiuto di Yahushua, «compiono» la propria santificazione nel rispetto di Eloah. (6)

MAI il Nuovo Testamento attesta che i santi li crea il papa o un processo di santificazione (previa beatificazione). Per il diritto canonico il papa può tutto secondo il diritto, oltre il diritto e contro il diritto (secundum jus, propter jus, contra jus); può proporre e accelerare le cause di beatificazione e santificazione di chi vuole. Ma il Vangelo è DIVERSO dal diritto canonico, perché è la Parola di Eloah.

Nel Nuovo Testamento, chi santifica è soltanto Eloah: «L’Iddio della pace vi santifichi egli stesso completamente, e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore». è con la "conversione" (una inversione di marcia nella vita) [non con le cause e i processi di beatificazione UMANI] che inizia la santificazione di una persona mentre questa è in vita. I credenti di Tessalonica, ad esempio, si erano incamminati sulla via del Messyah rispondendo positivamente alla chiamata del Vangelo: avevano creduto, erano rinati d’acqua e di Spirito nella rinascita battesimale. (7)

La bellezza della parola di Yahushua sta nel fatto che essa è verace e non muta. Si può anche oggi divenire «santi» o ELETTI ubbidendo di cuore al Padre e [trascurando le DOTTRINE DEGLI UOMINI]. E' scritto: «Bisogna ubbidire a Eloah anziché agli uomini» (Atti 5, 29).
Contraria alla semplicità del Vangelo è pure la concezione di un numero eletto di santi che eserciterebbero funzioni mediatorie o intercessorie presso Eloah a "favore" dei viventi quaggiù. Il Nuovo Testamento, proprio in tema di preghiere e intercessioni, insegna che «vi è un solo Eloah, ed anche un solo mediatore fra Eloah e gli uomini, il Messyah Yahushua uomo, il quale ha dato se stesso quale prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2, 1-5). E' tragico notare che quanti parlano di mistica esaltazione per il sangue di padre Pio, dimenticano che il solo che ha dato il proprio sangue come prezzo del nostro riscatto morale e spirituale è Yahushua Ha'Mashyah. 

LA FRETTA DI WOJTYLA

Né il beato padre Pio né il beato papa Giovanni possono nulla per noi, perché il mediatore e intercessore UNICO fra Eloah e gli uomini è solo quel «Messyah Yahushua uomo» che ha dato se stesso per tutti (1 Timoteo 2, 5). Gli interminabili (oppure, a seconda dei casi, acceleratissimi) processi di beatificazione e santificazione, l’analisi minuziosa dei postulatori e delle commissioni, le verifiche dei miracoli pre e post mortem, hanno lo scopo di condurre ad un giudizio definitivo sulla persona, beatificata prima e santificata poi. Ciò è diametralmente opposto a un principio fondamentale bene espresso nella parola di Eloah. 

Paolo l'apostolo, ispirato da Yahushua, parlando di sé e di altri predicatori raccomanda ai credenti di non vantarsi negli uomini, ma di considerare anche gli apostoli come servitori del Messyah, e conclude:

«Cosicché non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Eloah» (1 Corinzi 4, 1 ss.).

Wojtyla aveva fretta di elevare padre Pio alle glorie degli altari. Il Vangelo dice di non giudicare nulla prima del tempo, di lasciare ogni giudizio al Signore. Non occorreva dunque sbrigarsi, ma lasciare a Eloah di giudicare, ricordando che sostituirsi a Lui è "peccato". Schiller scrisse che «la voce della verità è sommessa e insistente». Non sarà forse vano ricordare a noi stessi e al prossimo che la Verità che ci giudicherà TUTTI un giorno non sarà quella dei papi o dei tribunali ecclesiastici, bensì quella di ELOAH espressa nella SUA PAROLA..?



Riferimenti:

(1) F. Chiocci, Wojtyla lo vuole santo, Papa Giovanni lo perseguitò, in l’Europeo, agosto 1990.

(2) Per l’intervista a mons. Maccari e il suo memoriale vd. l’Europeo, 16/08/1991, p. 40 ss. e /01/1992 p. 54.

(3) Cfr. 1 Giovanni 2, 1-2; Ebrei 9, 12; 10, 12 e v. 17; Marco 14, 25; Giovanni 15, 13; 1 Pietro 2, 22.

(4) I due concetti sono affermati da V. Messori in una recente intervista (Corriere della Sera, 13/08/2000, p. 13). Non è condivisibile, perché in contrasto col Vangelo, la felice sorpresa del Messori per il fatto che «tante persone... poco meno del doppio» (rispetto al 1998) fossero presenti alla recente ostensione della sindone. Non è affatto detto che la ostentata persuasione delle folle corrisponda alla verità di Cristo. Mi domando, inoltre, perché mai il sensus fidei non potrebbe essere tirato in ballo, ad esempio, dagli amici islamici quando masse immense di fedeli si accalcano, spesso rischiando la morte, attorno alla pietra nera.

(5) Cfr. Romani 1, 7 e 15, 26; 1 Corinzi 1, 2 e 16, 15; Filippesi 1,1 e 4, 22; 1 Timoteo 5, 10).

(6) 1 Corinzi 5, 10-12; 2 Corinzi 7, 1.

(7) 1 Tessalonicesi 5, 23; 2 Tessalonicesi 2, 13-14; Giovanni 3, 3-5.